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Con il diffondersi, nell'ultimo trentennio del XIX secolo, della pratica di riprodurre fedelmente monumenti architettonici del Medio Oriente e dell'Asia, le esposizioni universali hanno efficacemente affiancato il contemporaneo sforzo degli architetti impegnati a fondare su basi di correttezza scientifica lo studio delle architetture del mondo islamico, della Cina e del Giappone. A questa ricerca di maggiore rigore filologico, le esposizioni hanno dato un contributo non trascurabile anche nell'educare il gusto del grande pubblico a rifuggire dalle manipolazioni stilistiche approssimative e ad apprezzare costruzioni che si fregiavano di parti eseguite da maestranze orientali. Uno dei meriti principali dell'ambiziosa sintesi storica offerta dal volume consiste nell'avere fornito un quadro ampio dei rapporti tra le esposizioni e l'esotismo dell'architettura del periodo, mettendo in luce i molteplici stimoli che le esposizioni hanno dato alle industrie d'arte collegate al settore delle costruzioni perché rinnovassero e ampliassero i loro repertori di modelli orientalisti, impegnandosi in un'operazione di aggiornamento che in molti casi ha consentito anche di raggiungere nuovi mercati.